Consigli utili per ottimizzare il tuo sito web sui motori di ricerca nel difficile mondo degli algoritmi

Ti sei mai chiesto quante ricerche vengono fatte su Google ogni giorno? Circa 5,6 miliardi. Un numero stratosferico, vero? Eppure, per quanto ti sembri elevata, questa cifra è di gran lunga inferiore al quantitativo dei contenuti presenti in rete. In sostanza, sul web l’offerta supera la domanda.

Cerchiamo sul web la frase “Cosa è il digital marketing”.

Nel mondo, una query come questa produce 108.000.000 risultati. Cioè 108.000.000 contenuti virtuali sul web rispondono a questa domanda.

La tendenza è in costante aumento: la produzione di contenuti continua a superare il numero delle ricerche. Senza contare che lo stesso Google si sta trasformando per fornire le risposte prima ancora che l’utente atterri su un sito web.

In questo caso vediamo che per conoscere la risposta alla mia domanda “quanto è alto Messi”, non ho perso tempo a cercare la risposta su un sito. Google mi ha fornito immediatamente la risposta, anzi, ha fatto di più. Ha risposto alle mie potenziali esigenze inespresse, indicandomi nelle ricerche correlate che magari potrei essere interessata a conoscere anche l’altezza di Cristiano Ronaldo, di Diego Armando Maradona e di Paulo Dybala.

Tradotto, questo significa che la percentuale di traffico che Google indirizza ai risultati organici (che quindi dipendono dalla SEO) è diminuita. Di conseguenza, è sempre più difficile far sì che il proprio sito web compaia tra le ricerche del motore di ricerca, al netto di sponsorizzazioni.

Ecco il perché della domanda, legittima e provocatoria: la SEO è morta? Niente suspense, la risposta è un “gigantesco NO”. E ti spieghiamo perché.

La SEO è viva e vegeta. E’ solo che ha scoperto che ci sono tanti attori con cui può giocare per renderci la vita complicata.

I primi posti su Google bisogna meritarseli lavorando sodo e in questo il motore di ricerca non ci aiuta granché: come scrive Neil Patel (specialista SEO e Marketing a livello mondiale) “nel 2010 Google ha cambiato l’algoritmo 516 volte. Questo numero è salito a 1.653 volte nel 2016 e a 3.234 nel 2018. Non conosciamo i dati degli ultimi due anni, ma puoi scommettere che il numero degli aggiornamenti sia cresciuto ancora”. [per l’articolo completo in inglese clicca qui].

In una giungla di ricerche e contenuti, ottimizzare il proprio sito a livello SEO e renderlo visibile sul web non è un di cui. E’ LA priorità.

Come fare? Si sente parlare – un po’ troppo spesso – di metodi vantaggiosi e veloci per migliorare la SEO, ma la Search Engine Optimization riguarda in realtà moltissimi aspetti: i contenuti testuali, la user experience del sito, la gestione dei link in entrata (i cosiddetti backlink) e in uscita (quindi i link a cui il tuo sito web punta), l’advertising… Fa tutto parte di un gigantesco insieme in cui nessuna delle parti può essere ignorata.

Non esiste la bacchetta magica. Su cosa lavorare?

Sia che si tratti di contenuti organici, che di sponsorizzazioni a pagamento, ci sono degli accorgimenti di cui proprio nessun’azienda che voglia essere trovata su Google può fare a meno. Vediamone alcuni.

Migliora l’esperienza utente sul sito

Posso avere un sito bellissimo, pieno di immagini stratosferiche, di quelli che suscitano il famiger… ehm, famoso “effetto wow”, ma se gli utenti non navigano bene, se non trovano quello di cui hanno bisogno in maniera veloce, facile e intuitiva, fidati, cercheranno le risposte da un’altra parte. Sul sito del tuo competitor, magari.

Uno scenario orribile, vero?

Migliorare la user experience su un sito significa costruire percorsi chiari e intuitivi, aumentare la velocità di caricamento delle pagine, ottimizzare le URL, correggere i link “rotti” e gli errori 404, aggiornare la sitemap e tanto altro.

Se questo vale in versione desktop, il problema si quintuplica da mobile. A partire dal 1° luglio 2019, Google predilige l’indicizzazione delle versioni mobile di tutti i nuovi domini web: questo vuol dire che ogni sito verrà scansionato dal Googlebot in modalità smartphone, che userà i dati mobile per comprendere la struttura e i link tra le pagine ed estrapolare gli snippet da visualizzare nei risultati di ricerca.

E se il tuo sito non è mobile friendly? Sarà penalizzato. Da Google e di conseguenza dai tuoi utenti.

Scrivi contenuti approfonditi e che rispondano a delle domande

Tanto banale quanto vero: su Google gli utenti fanno domande e cercano risposte. Risposte concrete, però, non fuffologia applicata alla sempreverde leadership di mercato.

La dura verità è che possiamo raccontarci quanto siamo belli, quanto siamo bravi, quanto siamo #primisulmercato (quale mercato? In base a quali dati? Argh!), ma facciamoci un bell’esame di coscienza: sono contenuti che davvero informano l’utente? O sono contenuti che piacciono a noi?

Ecco perché esistono i professionisti del content marketing: perché una cosa non deve escludere l’altra.

Il primo step è creare dei testi che rispondano alle domande degli utenti: conoscere il proprio target, anche in questo senso, è fondamentale.

Cosa serve al mio utente? Quali sono i suoi reali bisogni nel quotidiano? Come la mia azienda/il mio prodotto può rispondere alle sue esigenze e risolvere un suo potenziale problema? Rispondere efficacemente ai quesiti di cui sopra ci aiuterà a creare contenuti utili e premianti. Per i nostri clienti, per i nostri prospect e… per la nostra SEO.

Se vuoi migliorare la tua SEO, occorre scrivere contenuti specifici e mai superficiali, dedicati ad argomenti precisi. Per farlo, però, è indispensabile condurre un lungo e certosino lavoro di monitoraggio delle query di ricerca, delle parole chiave e delle strategie di comunicazione più adatte a veicolare un contenuto esaustivo, utile e ben visibile sui motori di ricerca anche nel medio-lungo termine.

Personalizza il percorso dell’utente sul tuo sito

A parità di ricerca su Google tra me e un altro utente, molto probabilmente i risultati saranno diversi. Questo perché il motore di ricerca sta tentando di personalizzare i risultati di ricerca in base alle preferenze: ovunque tu stia usando il tuo dispositivo, Google analizza i dati, per offrirti un’esperienza sempre più personalizzata.

Come si traduce in termini pratici? Personalizza l’esperienza per una specifica categoria di utenti: questo ti aiuterà a posizionarti meglio sul medio-lungo termine e migliorerà di gran lunga le tue metriche.

Non stiamo parlando necessariamente di contenuti sponsorizzati (Google ADS e affini), ma di strategie organiche di customizzazione della navigazione del vostro sito.

Ad esempio, una volta che l’utente sarà atterrato su una pagina web, sarà opportuno costruire un percorso in grado di “adattarsi” alle categorie di interesse di chi naviga, mostrando nuovi contenuti utili al suo scopo (quantomeno quello che si evince dalla ricerca che ha condotto sul web). Fino ad arrivare a convincere l’utente che la tua azienda non solo vende, ma prima di tutto informa perché vuole essere un tuo partner e perché è competente sul suo mercato, fino a quando sarà l’utente stesso a scegliere (opportunamente guidato) di compilare magari un form di contatto e rilasciarti i suoi dati pur di ottenere qualche “vantaggio”. Altre informazioni? Datasheet? Schede prodotto? Questo è tutto da definire.

Fai in modo che percepisca il tuo valore aggiunto, al di là della vendita (almeno non nell’immediato): la fiducia dell’utente aumenterà, le metriche del tuo sito ringrazieranno, le conversioni avranno buone probabilità di crescere.

Cerca di essere presente su diversi canali

Il web marketing a tutto tondo è l’habitat naturale della SEO. Google studia i siti web, ma non sono i soli attori che gli interessano.

I social network, le DEM, le pubblicazioni su testate di settore, sono tutti elementi trasversali che non solo ottimizzano la presenza sul web, ma aiutano parecchio anche a livello di brand awareness.

And Google loves Brands.