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Imparare a comunicare per sopravvivere in tempi difficili

17 Marzo 2020

Riuscire a trasmettere il giusto messaggio, offrire un’immagine capace di valorizzare la propria realtà, sviluppare un marketing che colpisca nel segno, sono fattori determinanti per lo sviluppo di un’impresa che voglia crescere anche in momenti ostici

La comunicazione è alla base dei rapporti interpersonali, ma anche aziendali, sia all’interno della singola realtà che nel circuito associativo, così come nella relazione con i portatori di interesse, siano essi clienti o fornitori. Un concetto apparentemente semplice, pressoché scontato. Eppure ancora molte imprese faticano a far emergere un’immagine corretta, in grado di valorizzare strutture, azioni, valori. Una mancanza che rischia di penalizzare il business individuale e che, se moltiplicato per un’intera categoria, impedisce persino il diffondersi di una considerazione forte nell’opinione pubblica, comportando implicitamente un’inevitabile ricaduta negativa.

Il primo passo è una semplice ma fondamentale riflessione, ovvero la presa di coscienza dell’importanza della comunicazione. Solo dopo aver realizzato quanto sia cruciale questo aspetto, è possibile avviare un processo di sviluppo che prende le mosse dal modo in cui ci si pone verso l’esterno. Nascono così i tre filoni distinti della comunicazione stessa, ovvero individuale, trade o b2b, cioè per addetti ai lavori, ed infine b2c, ovvero rivolta al grande pubblico.

Rimandando ad altre occasioni la trasmissione dell’informazione ai privati cittadini, che passa inevitabilmente dal sistema di comunicazione della singola azienda e dal modo di porsi verso l’esterno nel proprio ambito territoriale, oltre che dalla comunicazione rappresentativa della categoria da parte degli organismi associativi, è bene concentrarsi in prima istanza sul sistema tra operatori perché il messaggio è più rapido e funzionale, specialmente in un momento in cui, mai come ora, si avverte la necessità di creare sistema e fare squadra, per cercare di superare la difficile contingenza del Paese. Oltre al fatto che una buona comunicazione interna consente di realizzare un messaggio forte da veicolare all’esterno.

La comunicazione al vasto pubblico ha determinate dinamiche, ma non meno importante è la comunicazione interna, quella che avviene tra le imprese, sia direttamente che attraverso l’associazionismo. Un concetto, questo, ancora troppo labile in una nazione che ha fatto dell’individualismo una bandiera, senza considerare però il rovescio della medaglia, ovvero i limiti che l’incapacità di coalizzarsi comporta. Una coscienza comune, capace di far valere le richieste, di far circolare le idee e le istanze di un’intera categoria, rappresenta una cassa di risonanza indubbiamente maggiore, anche e soprattutto nell’ottenimento di quella considerazione indispensabile presso le istituzioni, i decisori d’acquisto, gli appaltatori.

Comunicare a colleghi o comunque a figure della filiera, ad eccezione, come detto, dell’ultimo anello, ovvero l’utilizzatore finale, è decisamente più semplice, se si considera il fatto che tutti sono, o dovrebbero essere, a conoscenza delle problematiche, ai vari livelli. E’ necessario, soprattutto in questi tempi così delicati, beneficiare di approfondimenti, analisi, confronti diretti su temi in discussione. In ciò viene in aiuto l’editoria specializzata, ovvero quelle riviste, cartacee e digitali capaci di portare avanti messaggi, inchieste, punti di vista, anche attraverso interviste e contatti diretti con i protagonisti di scelte e vicende che interessano tutto il settore. Anche il target selezionato di lettori consente di utilizzare un linguaggio idoneo, così come la conoscenza del lettorato implica uno sforzo nella ricerca di argomenti che stiano a cuore a chi sfoglia le riviste. Ecco allora che comunicare in ambito trade risulta importante per ciascuna realtà, dal momento che i referenti del messaggio sono figure in grado di comprendere, di leggere tra le righe, di lasciarsi influenzare da quanto possono riscontrare negli articoli, nelle rubriche, nelle nuove proposte presentate dalle aziende attraverso gli editori.

Investire, non solo in termini economici, ma anche di tempo e attenzione sulle riviste di settore, è un modo per prendere coscienza di un percorso comune teso al conseguimento di importanti obiettivi. Ascoltare le istanze di colleghi, referenti istituzionali, decisori d’acquisto, prendere visione delle iniziative di altre aziende, leggere le altrui esperienze, diventa un momento di informazione di qualità.Di altrettanta rilevanza è la condivisione di casisticheche possano così portare alla filiera sempre nuovi esempi. Positività e negatività sono entrambe importanti per una visione più ampia di un settore che desidera fare sistema. Il socratico “conosci te stesso” resta dunque un punto di partenza fondamentale per poter maturare, sia a livello individuale che di categoria, una visione strategica che possa poi tramutarsi in atti concreti a vantaggio di tutti i player. In tal senso l’editoria tecnica e la comunicazione trade sono lo strumento privilegiato al servizio delle aziende che, mai come oggi, sono chiamate a guardare al futuro.

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